Se hai la fortuna di possedere un giardino, con l’arrivo della primavera sicuramente ti chiedi quali nuove coltivazioni sperimentare. Hai mai considerato l’idea di dedicarti alla coltivazione dell’aglio orsino, noto anche come aglio selvatico? Forse sai già che questa pianta cresce spontaneamente nei boschi, ma ciò non significa che non possa essere coltivata con successo anche nel tuo spazio verde. Scoprirai presto che le soddisfazioni saranno davvero notevoli!
Perché coltivare l’aglio orsino?
Ci sono molteplici ragioni per cui vale la pena iniziare una coltivazione di aglio orsino. Prima di tutto, si tratta di un potente antibatterico naturale e di un efficace repellente contro numerosi tipi di insetti, qualità particolarmente utili durante la stagione calda. Da non trascurare è anche il suo sapore unico, che molti paragonano a quello dell’erba cipollina, rendendolo un ingrediente speciale in cucina.

Un ulteriore motivo per cui scegliere di coltivare l’aglio orsino nel proprio giardino è il grande favore che riscuote presso le api. Se desideri realizzare un orto biologico e favorire la biodiversità nel tuo spazio verde, questa pianta rappresenta una scelta eccellente. Inoltre, meritano una menzione speciale anche i suoi fiori.
C’è chi li paragona ai delicati mughetti e chi invece ne sottolinea la somiglianza con piccole stelle. In ogni caso, sono indubbiamente affascinanti e sapranno valorizzare l’aspetto del tuo orto accanto alle altre coltivazioni. Ora non ti resta che scoprire come procedere, dal punto di vista pratico, con la coltivazione dell’aglio orsino.
Aglio orsino: cosa sapere sulla pianta
Conosciuto anche con il nome botanico Allium ursinum, l’aglio orsino è una pianta erbacea spontanea e perenne. Appartenente alla famiglia delle Liliaceae, è in grado di prosperare anche ad altitudini considerevoli, arrivando fino a 1000 metri. In natura si propaga facilmente, prediligendo ambienti come i boschi di latifoglie e le rive dei corsi d’acqua, dove i suoi fiori creano spettacolari distese di bianco.

Le sue foglie sono particolarmente decorative, di forma ellittica e di un verde brillante. Per quanto riguarda la fioritura, essa avviene tra aprile e giugno: i fiori, dalla caratteristica forma stellata, si raccolgono in ombrelle dal portamento elegante e ricurvo.
L’aglio orsino è completamente commestibile e si incontra spesso durante le passeggiate nei boschi. Tuttavia, nonostante la notorietà delle sue foglie e dei suoi fiori, è sempre consigliabile evitare la raccolta e il consumo se non si è assolutamente certi dell’identificazione: meglio scattare una foto e consultare un esperto per fugare ogni dubbio.
Coltivare l’aglio orsino in giardino: come gestire esposizione, clima e terriccio
Il fatto che l’aglio orsino cresca spontaneamente nei boschi suggerisce che questa pianta non gradisce l’esposizione diretta al sole. Preferisce, invece, ambienti dove la luce è parzialmente filtrata. La posizione ideale è quindi quella in mezz’ombra, dove la pianta può svilupparsi in modo ottimale.

Predilige i climi temperati, ma si dimostra sorprendentemente resistente anche a temperature molto basse, fino a -15°C. Per quanto riguarda il terreno, l’aglio orsino si distingue da molte altre piante per la sua preferenza verso i suoli ricchi di calcare.
È inoltre fondamentale che il terriccio sia ben drenato e ricco di sostanza organica. Non sorprende, considerando che si tratta di una pianta tipica dei boschi, dove il terreno è abbondante di humus. In giardino o nell’orto, puoi ricreare queste condizioni naturali arricchendo il terreno con letame maturo e compost.
Come preparare l’area di coltivazione e semina
Come per qualsiasi altra coltura, anche per l’aglio orsino è essenziale preparare adeguatamente il terreno prima della semina. Si inizia lavorando il suolo con la vanga, si prosegue con la zappa e infine si utilizza il rastrello, incorporando compost o letame ben maturo per garantire un apporto ottimale di sostanze nutritive.

Passiamo ora alla semina. Chi desidera coltivare l’aglio orsino ha due opzioni principali. La prima consiste nell’utilizzare i bulbi: in questo caso, è necessario attendere alcuni mesi prima di procedere con l’interramento, che va effettuato in autunno, periodo ideale per la messa a dimora. In alternativa, si possono acquistare piantine già sviluppate.
Se opti per le piantine, la primavera è il momento giusto per la messa a dimora, avendo cura di interrarle fino al colletto (mentre i bulbi vanno piantati a gruppi di tre). È importante armarsi di pazienza: potrebbero essere necessari due, talvolta tre anni, prima di vedere comparire i primi fiori.